Anno: 2016
La trama
Giulia (l’esordiente Matilda De Angelis) corre in macchina: il campionato GT è un lavoro e una passione, e in questo è supportata e allenata dal padre. La madre ha abbandonato lei e il fratellino Nico ormai da molto, ed è solo un ricordo. Alla morte improvvisa del padre, ricompare nella sua vita il fratello maggiore, Loris (uno Stefano Accorsi finalmente fuori dal paradigma del “bravo ragazzo/faccia pulita”), un ex pilota tanto talentuoso quanto propenso all’autodistruzione. Prima per opportunismo, poi per una ritrovata pulsione familiare, Loris aiuta Giulia a superare le sue paure e a diventare una vera pilota. Ma ben presto soccombe alla sua natura lesiva, e tutto si complica senza una parvenza di soluzione. Fra momenti di inaspettata verità e prese di coscienza, le vicende si imbrogliano e si sbrogliano, non senza un velo di – mai compiaciuta – emotività.
La recensione
Un altro film che dimostra che lo Stanis di Boris non aveva necessariamente ragione: “italiano” può essere sinonimo di avvincente, di azione ben costruita, di suspense. Matteo Rovere, classe 1982, è alla sua quarta opera e dimostra di saper padroneggiare e tradurre perfettamente i codici di un certo cinema che di Fast and Furious ha solo la velocità delle auto (e, forse, la redenzione cercata della storia). Veloce come il vento si guarda tutto d’un fiato, lo stesso fiato che si trattiene nelle ottime scene di corsa, rappresentate su scenari che traggono il meglio del nostro Belpaese (Matera, i colli bolognesi, i prestigiosi circuiti automobilistici emiliani e toscani). Ma la dote migliore del film è forse nel non usare mai la storia potenzialmente strappalacrime per strappare, appunto, lacrime semplici: si ride, molto, e si ride per battute e azioni non necessariamente politicamente corrette. Finalmente, un cinema serio che non si prende sul serio. Perchè sa che le sue doti sono altre: la qualità ad esempio. Bravi tutti.
InPocheParole
Essere internazionali mantenendo forte l’essenza italiana si può, si può farlo bene e si può anche ridere mentre si fa.