Anno: 2009
La trama
Larry Gopnick, abita nel Midwest, fa il professore, ha una moglie e due figli adolescenti. Larry Gropnick è ebreo. Larry Gropnick è una brava persona, e ha trascorso la sua vita rispettando sua moglie, le regole del vivere civile e la legge. Sta aspettando una cattedra all’Università e una delicata telefonata dal suo medico.
Ma la sua vita, con un plot twist degno delle migliori commedie degli equivoci, cambia improvvisamente. La moglie lo lascia (per uno dei suoi più cari amici), la sua posizione lavorativa vacilla, i figli sono degli ingrati approfittatori e il fratello un po’ tocco si fa arrestare per un giro di gioco d’azzardo clandestino. Persino la religione, vissuta da sempre come una fatalista accettazione del responso dei rabbini, non sembra venire in suo aiuto.
Riuscirà il nostro Larry a essere felice?
La recensione
Come in tutto il cinema dei Coen, il distacco autoriale dai personaggi è parte integrante della trama, e ci permette di osservarla da abbastanza lontano per poterla non solo interpretare, ma anche fare propria. In A serious man diventa un mezzo indispensabile per portare a terra la vicenda, che prende il via con una scena girata in yddish all’interno di uno shetl, molti anni prima delle vicende narrate. Apparentemente avulsa da tutto il resto, la godibilissima scena iniziale diventa un topos che sembra suggerire allo spettatore di guardare oltre alla mera vicenda di Larry, uomo comune che fa cose comuni. L’inerzia del protagonista diventa quindi una metafora, che i Coen usano per descrivere un modus vivendi tipico di una certa società ma non per questo meno narrabile. Joel e Ethan crescono ed evolvono, e questo film amaramente divertente è la dimostrazione che possono davvero rendere interessante tutto, anche una cultura (quella ebraica americana) lontana dalla nostra.
In Poche Parole
Cos’è la vita, se non una canzone dei Jefferson Airplane?